Il mio parere su La mia vita è uno zoo


Mi piace Cameron Crowe, quel suo tipico modo di fare film umanamente empatici in cui è facile identificarsi, quel suo mettere sullo schermo esistenze perdenti e autoironiche, storie malinconiche attraversate da uno humour commovente, quel suo raccontare in modo originale e aggraziato.
Elizabethtown rimane sempre uno dei film più piacevoli che io abbia mai visto, un pacchettino regalo bello fuori e stupendo dentro da memoria cinefila imperitura.

Detto ciò, devo constatare con un po' di delusione che La mia vita è uno zoo mi è sembrato un film un po' scioccherello e impacciato, un idillio dolce-amaro prevedibilissimo e confezionato secondo dei canoni commerciali standard, una caramella stucchevole e frizzante solo a tratti.
Niente verve croweniana, niente atmosfere sopra le righe, niente piglio buffo-melanconico, o meglio, tutto ciò esiste nel film ma in chiave minore, debole e sbiadita.

La mia vita è uno zoo è principalmente un film grazioso e lezioso per famiglie, ha un target infantile e buonista-genitoriale che può sembrare patetico e ridicolo a chi guarda il film libero da questo tipo di status sociale. Mi è sembrato uno di quei film americani che dà spesso Italia Uno con gli animali, i bambini furbetti, gli adolescenti ribelli, i genitori giovani e fighi, tutti posti su binari che si sa esattamente dove vanno a finire e con quale stile.

Da Crowe mi aspettavo di più e l'avventura (tratta da una storia vera narrata nel romanzo We Bought a Zoo) del padre vedovo che con i due figli si trasferisce in campagna e più precisamente in uno zoo poteva essere esilarante, brillante, dai contorni stilosi e ben definiti e non sciolti da una patina dolciastra che mal si concilia con l'ironia tragica tipica del regista.
L'avrei voluto più cinico, in un certo senso, e meno "bambini allo zoo, che bello, ti voglio bene...", meno commediola natalizia e più parabola esistenziale quattro stagioni, avrei voluto le parti romantico-tristi meno romantico-tristi in modo classico e le parti divertenti più bizzarre, ma tant'è.

Note di merito sono l'interpretazione comunque convincente e sempre umanissima di Matt Damon, quella delizia di bambina che secondo me è la cosa più bella e sensata del film e una colonna sonora molto orecchiabile e delicata firmata Jonsi (leader dei Sigur Ros).

(NB: tutto quello che ho scritto in questo post potrebbe essere stato influenzato dal mio odio atavico per gli zoo, di cui fin da bambina detestavo l'aria maleodorante, le gabbie e altre dinamiche da gita naturalistica forzata...).


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