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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Il mio parere su Albert Nobbs

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Le tematiche di gender mi incuriosiscono sempre parecchio al cinema e non vedevo l'ora di vedere Albert Nobbs . Che delusione! Mi aspettavo molto di più da questo film. Quella della donna dell'Irlanda dell'800 che si traveste da uomo e lavora indisturbata per decenni come cameriere, era una base tematica originale, una storia speciale che si poteva scavare in profondità e che invece è stata persa di vista e superficializzata dal regista Rodrigo Garcia , che sarà pure il figlio di Gabriel Garcia Marquez , ma che con questo film si dimostra timido, frettoloso e poco audace. Innanzitutto mi è sembrata troppo forte la patina di pièce teatrale , qual è in origine Albert Nobbs (a sua volta tratto da una novella di George Moore ), come se regista e sceneggiatori (tra cui la stessa Glenn Close ) non avessero saputo adattarlo adeguatamente al grande schermo. I monologhi amletici di Albert , per esempio, sono troppo da teatro e nella forma filmica risultano sciocchi, vani. I

Il mio parere su The Artist

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Non sono mai stata una grande fan della mimica e della gestualità afona del cinema muto; va bene il bianco e nero, ma al cinema ho sempre voluto sentire oltre che vedere; infatti non ho mai amato particolarmente Charlie Chaplin e il genere slapstick . Ricordo ancora, mentre preparavo l'esame di Storia e critica del cinema, di aver provato un senso di sollievo durante la lettura del paragrafo dedicato al 1927 , anno in cui venne introdotto per la prima volta il sonoro con il film The Jazz Singer : finalmente gli attori parlavano invece di fare pantomime enfatiche e grottesche davanti la cinepresa! Insomma diciamolo, il cinema muto è pieno di fascino e grazia ma è un cinema essenzialmente "difettoso", mancante di qualcosa di assolutamente fondamentale alla sua piena espressione e godibilità. Ora mi chiedo, perché ritornare alle origini se non per far sfoggio di raffinata cinefilia e nostalgico snobismo? Perché Michel Hazanavicius ha sentito il bisogno di privar

Il mio parere su The Help

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Finalmente ho visto The Help e posso dire la mia in proposito! Dunque il film è bello, mi è piaciuto, eppure ho avuto la sensazione di qualcosa di mancante, non so come spiegarlo, forse me lo aspettavo più di qualità, più "colto" in un certo senso , più "impegnato" e invece, pur nella delicatezza tragica del tema trattato, ha un lato quasi comico, buffo e disimpegnato che non mi aspettavo. Ma questo non è un difetto, anzi; diciamo che mi aspettavo un filmone strappalacrime e invece ho assistito ad un un film "beffardo" e dall'approccio alternativo al tema razziale . La ricostruzione ambientale e mentale dei primi anni '60 è impeccabile, un po' alla Mad Men se vogliamo, con un trionfo di tinte pastello, gonne a ruota e bottiglie di Coca-Cola vintage, per cui l'estetica del film è solare e gradevolissima, e credo sia questa la (mia) chiave di lettura del film: mostrare la cattiveria e l'ignoranza più becera celate da un'ipocri

I Love Books: 25. La donna del tenente francese

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Non so perché ho deciso di leggere questo libro, forse perché mi attirava il titolo, l'idea che vi fosse stato tratto un film con Meyl Streep e Jeremy Irons sceneggiato da Harold Pinter , il fatto che fosse stato scritto da un inglese, John Fowles , e fosse ambientato nell'Inghilterra vittoriana... L'ho appena finito e devo dire che non mi è piaciuto, mi ha lasciato perplessa e a tratti infastidita. Non è un romanzo in senso classico ma uno sfoggio del sapere dell'autore sulle dinamiche psico-sociali dell'epoca vittoriana , una sorta di saggio con tanto di documenti e note a piè di pagina che non consente l'immedesimazione e l'empatia, se non rare volte. Fowles scrive nel 1969 ma ambienta il romanzo circa 100 anni prima, per cui il suo occhio non è dentro l'epoca ma esterno ad essa e con l'attitudine analitica e critica di un contemporaneo. La vicenda narrata vede protagonista Charles , uno speleologo dilettante di nobili origini e la

Le amiche della sposa show!

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Ooooh, finalmente un film demenziale e volgaruccio tutto al femminile! Che soddisfazione vedere donne dire oscenità, emettere flatulenze, ridursi uno straccio, litigare in modo balordo, contendersi un'amica. Perché questo genere di film trash deve avere sempre come protagonisti uomini che se la spassano mentre le donne stanno a casa ad aspettarli mansuete e stupidine? Le amiche della sposa ( Bridesmaids , di Paul Feig , 2011) è la risposta ad un genere che mancava, l'invito ad un matrimonio a cui non avevo mai partecipato! Un po' Sex and the City , un po' American Pie , un po' Una notte da leoni , questo film è una novità perché promette la classica vicenda di matrimonio e preparazione al matrimonio, di quelle su cui si sono basate mille commediole dal titolo sempre uguale, e invece vira verso qualcosa di scurrile ed esilarante, di scomposto e ribelle al canone glamour dello sposalizio cinematografico americano. A parte qualche momento poco brillante e di sta

Buon 200° compleanno Charles!

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    "Dickens è uno dei più insigni creatori di mondi (...) Il regno di Dickens è il realismo magico. Regno di infinita attrattiva, regno difficilissimo da governare. Kafka soltanto ne ha avuto uno simile; ma il riso di Dickens rende il suo più bello." ( Giuseppe Tomasi di Lampedusa ) Varie volte ho manifestato in questo blog la mia passione per Charles Dickens e oggi che ha compiuto idealmente 200 anni , voglio immortalarlo così, mentre scrive con la sua penna e il suo calamaio sul suo scrittoio, intento a creare quei mondi di cui parla Tomasi di Lampedusa e in cui ha viaggiato chiunque abbia mai letto una sua opera. Mondi difficili, spesso fatiscenti e sordidi ma sempre velati di quel tocco di dolce-amaro, di un'ironia consolante e piacevolissima che rende la lettura un'esperienza calda come un caminetto acceso o una tazza di tè d'inverno. Quando leggo Dickens mi sale un tepore nel cuore e mi sento incredibilmente bene. "He made London like a drea

Le mie impressioni su Hugo Cabret

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Non sono mai stata una grande fan di Scorsese e del suo cinema violento e iperamericano, l'ho sempre trovato disturbante e affetto da un "gigantismo" difficile da sostenere alla lunga (qualcuno mi schiferà per ciò che ho appena detto, lo so!). Per questo il mio approccio a Hugo Cabret è stato all'insegna di una stuzzicante curiosità: può un cineasta epico tutto gangster e sparatorie, realizzare un film delicato e incantato tratto da un romanzo per ragazzi? Non solo può, ma riesce a farlo con risultati eccezionali, commoventi, spettacolari. Non risparmierò aggettivi superlativi e roboanti mentre parlo di questo film perché mi è piaciuto tantissimo ed è un vero e proprio regalo che va dritto al cuore e agli occhi di chi ama il Cinema e la sua storia, un gioco pirotecnico in onore della Settima Arte . Hugo Cabret più che un film è un viaggio : inforchi i tuoi occhialoni 3D, sali a bordo e ti perdi per più di due ore tra ingranaggi, nascondigli, personaggi da s

Del sorriso che resta dopo L'amore che resta

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Ieri sera al cineforum del venerdì hanno proiettato Restless- L'amore che resta di Gus Van Sant e sebbene sapessi che si trattava di roba triste e struggente da lacerare il cuore (d'altronde quando mai Gus Van Sant ha fatto film allegri?) non ho potuto resistere alla tentazione di andarmi a fare un bel piantino e un bell' intreccio di nodi alla gola. Non è andata proprio così però: roba triste e commozione sì, ma con stile, classe e intelligenza. Nulla di patetico o tragico che vira nel tragicomico, nulla di sciocco di quella sciocchezza banale che pervade i film di amore e morte, nessuna spettacolarizzazione commerciale del deprimente e del doloroso, solo tanta delicatezza e un approccio originale e "diversamente triste" allo stilema classico della dipartita in giovane età. Restless è un film delicato, aggraziato, che ha dentro qualcosa di mostruoso che riesce ad apparire sereno e roseo, come le guance di pesca di Mia Wasikowska , sbarazzino come il suo t