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Visualizzazione dei post da novembre, 2012

WOODY ALLENamento: 6. Amore e guerra

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Questa sorta di rubrica da fanatica di cui immagino potreste benissimo fare a meno (coraggio mancano solo un'altra quarantina di film!!!) richiama il concetto di allenamento e in fondo è un po' così: ogni mercoledì sera, cascasse il mondo, io e il mio ragazzo ci facciamo un'ora e mezza di esercizio alla risata e di stretching alla mascella guardando un film del nostro beniamino Woody Allen (seguendo un ordine rigorosamente cronologico). Sono film che nella maggior parte dei casi abbiamo già visto, ma rivederli è sempre salutare. Ieri è toccato ad Amore e Guerra ( Love and Death , di Woody Allen , 1975) che io ritengo più un gioco che un film. Con questo intendo dire che chi ama il cinema d'autore, la letteratura, specialmente quella russa, e la filosofia, potrà divertirsi a pescare tra la miriade di riferimenti cinefili e bibliofili di un certo livello di cui il film è ironicamente infarcito. Ci sono richiami a Dostoevskij , Tolstoj , Nabokov , ai capolavori di B

Sull'eliminazione dei Frères Chaos

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Ok, ho aspettato fino ad oggi per rispetto verso chi guarda X Factor 6 su Cielo la domenica sera, e finalmente adesso posso dirlo: i Frères Chaos sono fuoriiiiiii. E con ciò non intendo tanto dire che sono usciti dal programma, ma che sono usciti da ogni forma di educazione, decoro e decenza, scivolando rovinosamente verso il terreno del ridicolo e del bambinesco. Io me lo sentivo che il ragazzo-cherubino era convinto di essere dio e che il duo era in realtà un trio in cui il terzo componente era il suo massiccio ego, ma che si arrivasse a tanto non me l'aspettavo. E' stato un momento di televisione ridicola e divertente come non se ne vedeva da tempo. Perfino quella bambolina simil-Natalie Portman di sua sorella, che sembrava tanto dolce e lolita, si è trasformata in una poco elegante tipa da rissa. Vederla così accanita contro Elio , con quelle movenze nervose e scomposte da pulce è stata una delusione, la perdita di ogni forma di stile, lo charme silenzioso che diven

I Love Books: 38. Suite francese

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Suite francese è un romanzo che sa di miracolo in tutti i sensi Composto tra i 1941 e il 1942, prima dell'arresto e della deportazione ad Auschwitz di Irene (che era di origini russo-ebraiche), salvato e custodito dalla figlia Denise insieme ad appunti e ad un diario, il romanzo è apparso in Francia solo nel 2004, facendo scoprire al mondo un'autrice dimenticata. E allora vive la France (e vive Denise!) perché Suite Francese è un libro bellissimo, intenso, raffinato. Irene aveva previsto di suddividere il suo romanzo in cinque parti, di farne qualcosa di ampio, che superasse le mille pagine, ma il campo di concentramento glielo impedì. Oggi noi possiamo leggere solo le prime due parti di Suite francese ( Temporale di giugno e Dolce ), ma è abbastanza per godere della capacità letteraria di Irene Nemirovsky , della sua dote straordinaria di creatrice di sensazioni. Quello che ho amato di Suite francese sono le descrizioni, così calde e sensoriali, così vibrant

WOODY ALLENamento: 5. Il dormiglione

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Non avevo mai visto Il dormiglione ( Sleeper , di Woody Allen , 1973) e così ieri sera ho potuto gustarmelo come fosse un film nuovo di zecca e non di 40 anni fa. Non è male, ma non è nemmeno tra le migliori commedie di Woody , è un po' generico e incerto su alcuni aspetti, diverte in modo discontinuo, ma una cosa è certa: Allen è una macchietta anche in versione futurista-cosmicomica. Questo film poi mi è sembrato uno dei più ricchi di siparietti slapstick accompagnati da motivetti jazz ed è proprio in questi momenti di balletto comico da cinema muto alla Chaplin e alla Keaton che il film dà il meglio di sè e brilla di allenismo puro. Per il resto è un miscuglio di fantascienza, fantapolitica, satira, cinefilia, con dialoghi demenziali, ma sempre intelligenti e scaltri e momenti di noia. Qui è Allen è  Miles Monroe , un clarinettista/gestore di negozio macrobiotico del Greenwich Village degli anni '70 che si risveglia nel 2173, dopo 200 anni di ibernazione, in un

Il mio parere su Red Lights

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Il colore dei grandi occhi di Cillian Murphy , quel verdazzurro cristallino e quasi inverosimile che quando lo guardi pensi "wow", è già di per sé qualcosa di paranormale e vale da solo tutta la visione del film. Se questo tipo di bellezza fine a se stessa non bastasse e questa motivazione fosse troppo frivola, posso dirvi che Red Lights (di Rodrigo Cortés , 2012) è anche bello e bono buono come film, un thriller teso e mozzafiato con un finale a sopresa su cui si potrebbe discutere a lungo ma che, credibilità o non credibilità a parte, spiazza e conquista. Il bello di questo film è il fatto che il paranormale, tanto amato e tematizzato nel cinema horror-thriller commerciale contemporaneo, qui viene stanato, smascherato e preso in giro, almeno nella prima parte che è la più interessante e originale. La dottoressa Margaret Matheson ( Sigourney Weaver ) e il suo assistente Tom Buckley ( Cillian Murphy ) non sono (almeno all'inizio) le classiche vittime dell'o

Il mio parere su Argo

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Argo (di Ben Affleck , 2012) è un film serio e con ciò non intendo dire che sia serioso ma che è stato fatto con giudizio, cura e rispetto, con grande umiltà, senza colpi di testa di stile ed esaltate licenze registiche. E' un film, tutt'altro che montato, su una montatura! Ben Affleck è consapevole di essere un attore mediocre e dalla carriera non raffinatissima e sembra quasi voler chiedere scusa se uno come lui da un po' di anni si dedica con successo alla regia (scuse pienamente accettate Ben!); ho percepito come una costante e piacevole modestia in questo film, un senso di riguardo, di semplicità generale e di autoironia quanto basta. Il risultato finale è un gran bel film che, sfruttando una storia (vera) di per sé sorprendente, non mira a stupire, a cercare l'estremo, ma a raccontare nel modo più pulito possibile - senza ideologie, dietrologie, posizioni e mosse pazzesche -  un pezzo pazzesco di storia politica americana contemporanea. Nel '79, d

Il mio parere su Hotel Transylvania

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Se dovessi assegnare delle stelle a questo hotel non potrei andare oltre le 3: costruito ottimamente ma traballante da altri punti di vista, bello a vedersi ma con gli interni un po' vecchiotti, piacevole dal punto di vista dell'animazione, ma a tratti noioso e riservato solo ai più piccoli e agli adolescenti, niente di eccezionale insomma, perfetto per trascorrervi una notte, magari approfittando di uno sconto (il mercoledì al cinema il prezzo è ridotto!), ma senza la possibilità che diventi un posto speciale in cui ritornare. Sì, perché Hotel Transylvania (di Genndy Tartakovsky , 2012) è esattamente così, un film da sufficienza piena, accettabile ma facilmente dimenticabile, non mostruoso ma nemmeno mostruosamente bello. Mi è piaciuta molto la cura della parte grafica ed estetica che raggiunge livelli di perfezione altissima: la Sony Pictures Animation non teme la Pixar o la Dreamworks ed è riuscita a colorare e animare questo film fino a farne qualcosa di realisti

WOODY ALLENamento: 4. Provaci ancora, Sam

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Per chi non lo sapesse, Woody Allen non ha girato questo film, lo ha scritto prima per il teatro e poi sceneggiato per il grande schermo e interpretato, ma è riuscito a dargli il meglio di sè, la sua essenza più autenticamete sfigata e adorabile e a farne uno dei più preziosi e brillanti momenti della sua carriera. Provaci ancora, Sam ( Play It Again, Sam , di Herbert Ross , 1972) per me è uno degli apici della comicità alleniana, una parte della mia personale trinità in cui gli altri due elementi sacri sono Manhattan e Io e Annie . Ridere di gusto fino alle lacrime non capita spesso al cinema, tutt'al più si sorride un istante, invece con questo film si ha un approccio fisico, quasi isterico alle gag di Woody , si ride in maniera estrema e convulsa, ci si diverte davvero. Per lo meno questo è l'effetto che fa a me ogni volta, ma non credo di essere la sola. In questo film Woody è Allan Felix , un critico cinematografico di San Francisco imbranato e sognatore che v