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Visualizzazione dei post da aprile, 2015

Serie tv mon amour: 34. Transparent

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Disfunzionale, stramba e con un'afflato malinconico e poetico: ecco com'è la famiglia protagonista  di  Transparent , una serie tv (per l'esattezza una webserie prodotta da Amazon) davvero originale, con un modo di essere tutto suo, liberamente stravagante. Le storie di famiglia, siano esse letterarie o cinetelevisive, sono a mio parere tre le cose più intense da narrare e farsi narrare, possiedono nuclei narrativi interessanti e universali. Se poi la famiglia in questione è problematica ai limiti della psichiatria, outsider in maniera portentosa, americana nella sua accezione più esagerata, l'intrattenimento è assicurato. Considerando che l'ideatrice della serie, Jill Soloway , ha vissuto la stessa esperienza con il padre, tutto risulta ancora più straordinario. Il fatto che il protagonista  Mort faccia coming out e riveli ai suoi figli adulti di essere un transgender è solo una delle cose strambe di questa famiglia. I tre fratelli Pfefferman sono

I Love Books: 94. Le braci

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Seguendo il consiglio della mia blogger prediletta Maria di Scratchbook   e complice un'offerta lampo Kindle arrivata ad hoc, ho letto Le braci di  Sándor Márai , un libro breve, ma intenso e vigoroso, di quelli in grado di trasmettere scosse sottocutanee e di attivare percezioni interessanti ad ogni frase ( qui il bellissimo post di Maria). Ho sottolineato così tanto il libro che alla fine posso dire di averlo sottolineato integralmente: la prosa di  Márai  è suggestiva, magistralmente descrittiva, meditativa. E sopra ogni cosa carica di romanticismo, nel senso profondo ed emozionale del termine, in senso autenticamente romanzesco. Siamo nel 1940, in Ungheria, in un castello ai piedi dei Carpazi. Due amici, Henrik e Konrad , cresciuti insieme e allontanati da una serie di circostanze, si incontrano dopo 41 anni. Il non detto di lunghi anni silenziosi e distanti richiede un'ultima definitiva esplicitazione, un congedo che sia chiarificatore, sincero e forte, prima

I Love Books: 93. La signora Armitage

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Le nevrosi femminili sono sempre materiale narrativo interessante, almeno per me. Mi piace sedermi idealmente sui divani da psicoanalisi, accanto a queste donne letterarie fumantine e ascoltarne i deliri condivisibili e gli stati d'animo cangianti. Nella loro inquietudine ritrovo spesso una parte di me, ma anche un discorso universale sull'essere donna che, al di là di epoche e contesti diversi, ha dei punti fissi arcaici ed eternamente validi. L'essere moglie, l'essere madre: c'è forse qualcosa di più semplice eppure complesso di questo? C'è forse una condizione più ampiamente narrabile eppure inenarrabile di questa? Siamo spunti letterari viventi secolari, siamo racconti mai facili che è necessario mettere per iscritto, siamo creature delicatissime con flussi di coscienza ininterrotti e dosi di autoironia insospettabili. Penelope Mortimer  (che ho scoperto grazie all'adorata Minimum Fax , dispensatrice indefessa di delizie editoriali e di belliss