I Love Books: 111. Umiliati e offesi


Quando ho scelto di leggere Umiliati e offesi sapevo che il Dostoevskij che l'ha scritto era un absolute beginner, una versione ancora acerba del solenne titano dei grandi capolavori successivi ed ero perfettamente pronta alla sua statura limitata.

Mi aspettavo il dominio di un tono minore enfatizzato dal confronto mentale con i grandi romanzi maturi, mi aspettavo, su suggerimento di prefazioni scoraggianti (mai leggere le prefazioni, ma se proprio non resistete trasformatele in postfazioni), una robetta da quattro rubli.

"Un'opera rozza, ma di almeno una cinquantina di pagine sono fiero", dice lo stesso Dostoevskij della sua prima creatura dall'estesa lunghezza.

E invece, a dispetto di ogni previsione e di ogni autocertificazione di modestia, ho amato molto quest'opera piena di difetti eppure già carica di brillantezza e di densità narrativa.

Quello di Umiliati e offesi è un Dostoevskij romantico e privo di furore che non ha ancora preso l'abitudine di inserire ideologie, filosofie e credo politici dentro l'anima del suo racconto, un giovane romanziere romantico non ancora diventato il Dio del Tutto letterario e la cui potenza demiurgica è ancora un potenziale.

Sembra quasi di leggere Dickens e si ritrova spesso lo stesso compiacimento narrativo del degrado sociale e dell'umanità dei bassifondi dell'autore inglese.
San Pietroburgo è un po' una Londra malconcia e miserrima fotografata a diversi livelli e animata da vicende esistenziali oltremodo melodrammatiche.

Umiliati e offesi, come suggerito dal suo mesto titolo, è una storia di gente buonissima angariata da nobiluomini cattivissimi, di amori sbagliati che umiliano e offendono, di anime giovanissime esposte troppo presto alle dure prove dell'esistenza, di giovani scrittori dall'animo gentile che tentano di salvare, di consolare, di sfoderare improbabili altruismi multidirezionali.
E di triangoli amorosi dalla verosimiglianza stentatissima.

Romanzo d'appendice, feuilletonistico, sentimentale, che indugia con enfasi patetica sulle rovine e i dolori di alcuni tipi umani e che fa sentire un po' cinici per la difficoltà di empatia con lo strazio generale (a tratti è pure teneramente ridicolo).

EPPURE, nonostante la grana ancora irregolare e grezza, nonostante i picchi melò da soap opera, Umiliati e offesi contiene l'embrione di quell'abilità narrativa ipnotica del Dostoevskij che amo.
Esagera, enfatizza, eccede, ma ha la capacità di incantarti con il suo racconto fortemente umano e caldo.
L'ho letto d'un fiato.

I suoi personaggi, nella loro semplicità, nella loro evidente serie b, rimangono nel cuore.

Nelly, la piccola sciagurata epilettica Nelly, personaggio di rara esemplarità tragica, ha una forza notevole dentro le pagine ed è il ricordo più forte alla fine del libro.

Niente male nemmeno Nataša, donna che ha già quella forza atavica e iconica delle successive femmine a tutto tondo dostoevkijane.

L'elemento autobiografico, inserito tramite la voce narrante del protagonista Ivan Petrovičavvicina di più il lettore alla reale esperienza di Dostoevskij ed è un plus alla credibilità dell'intero romanzo.

Dunque, non ha senso storcere il naso: leggere Umiliati e offesi non offende né umilia il dostoevskijano integralista che è in noi, ma al contrario lo convince ancora di più, perché nella sua ingenuità primordiale è un'opera che sa farsi amare.
Anche se solo per una cinquantina di pagine.


Commenti

  1. Pensa, poco tempo fa ho letto Povera gente, primissima opera di un Dostoevskij ventitreenne. Certo, io non ho ancora affrontato il Dostoevskij dei grandi romanzi, perché sto cercando di leggere le sue opere in ordine cronologico proprio per assaporarne la crescita. Eppure l'ho trovato un libro già più che buono, pieno di descrizioni suggestive e con personaggi assolutamente credibili. No, non credo proprio che ci sia da storcere il naso: quando uno scrittore ha talento ce l'ha sin dall'inizio.
    Non vedo l'ora di proseguire il mio percorso con quest'autore, e di leggere Umiliati e offesi!

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  2. Questa idea di seguire l'ordine cronologico delle sue opere è ammirevole, brava! Io in gioventù mi sono fiondata subito sui grandi capolavori e solo adesso, dopo anni, sto cercando di recuperare i "minori" e di provare con i meno noti. Povera gente, che rimanda a Umiliati e offesi, dovrò leggerlo!

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