I Love Books: 131. Armadale


Vi avevo parlato qui, all'inizio dell'anno, della mia scoperta di Wilkie Collins e del genere-mondo che mi si è aperto davanti.
A distanza di mesi mi sono buttata a capofitto su un altro suo romanzo formato king size, Armadale, ed è stata ancora una volta una dipendenza, un piacere autentico: Collins calamita  e io magnete.

Beato chi legge Collins perché dimenticherà se stesso, le sue angustie e le sue coordinate anagrafiche e sociali durante la lettura.
In periodi di umor nero e nuvole ostinate sulla capoccia, Collins potrebbe aiutarvi ad evadere.

Dunque, perché leggere Wilkie Collins e nello specifico Armadale, storia di due uomini che portano lo stesso nome e cognome e di qualcosa di terribile che pende sui loro destini:

- perché siamo al cospetto di un genere piuttosto sui generis nel panorama inglese ottocentesco.
Oltre Dickens e i suoi avventurosi giovincelli indigenti (mondo peraltro altrettanto magnifico e necessario da leggere) c'è il suo grande amico Wilkie, avvocato non praticante con capacità narrativa ipnotica e bagaglio inventivo non scontato.
Conoscenza della giurisprudenza, del crimine e della meccanica narrativa sono gli assi nella manica di questo genio londinese.
Il suo è un tipo di letteratura abbastanza diverso dal canone vittoriano, moderno nelle pulsioni e nella furbizia narrativa, con figure femminili audaci e scaltre e figure maschili-preda che pendono dalle loro labbra.
Segreti, misteri, crimini e altre forme di intraprendenza malvagia che non ti aspetteresti.

- Per sperimentare l'intrigo nel vero senso della parola, una rete di attese, macchinazioni, complicazioni in cui ci si ritrova invischiati fino al collo e per cui il mondo reale fuori dal libro sembra essere solo un intralcio.
Quanto mi piacciono le sue storie legal e spy con un tocco di crime, quelle vicende aggrovigliate con accuratezza  fino allo scioglimento finale perfetto, quei personaggi così coinvolti con consapevolezza o totale innocenza in faccende losche e tortuosi stratagemmi, le suggestioni che sanno creare fino all'ultima pagina...

- Per i personaggi, personalità ben plasmate, forti, pertinaci. La loro animazione arriva netta e credibile, la loro psiche è raffinata, per nulla macchiettistica.
Si affaccendano senza posa tutti questi soggetti del teatro misterioso gestito da Collins con abilità da ingegnere e acume da psicologo.
L'inverosimile fa capolino di tanto in tanto, ma fa parte del gioco accettarlo e sospendere l'incredulità. Leggere Collins infatti è un gioco, una sorta di Cluedo molto meno scontato.

- Per il personaggio di Lydia Gwilt, cattiva, cattiva, cattiva, una strega praticamente, con i suoi fatali capelli rossi e le sue trappole di seduzione e rovina.
Immaginate quanto questa sexy villain senza scrupoli abbia potuto scandalizzare la rigidità mentale e fisica del diciannovesimo secolo, quanto i critici dell'epoca abbiano potuto demonizzarla.
Noi lettori del ventunesimo secolo invece ce la godiamo divertiti e curiosi.

- Per gli interventi spiritosi e brillanti di Collins, intrattenitore astuto che sa come strizzare l'occhio al lettore di qualsiasi epoca.
Le virtù sociali hanno il loro centro nello stomaco. Un uomo che dopo pranzo non sia un marito, padre, fratello migliore di prima è, digestivamente parlando, un uomo incurabilmente cattivo. Quali fascini nascosti si svelano, quali dormienti amabilità si risvegliano quando la nostra comune umanità si riunisce per emettere succhi gastrici! 
Smettere di leggere questo libro è impossibile (cit. Baricco in quarta di copertina), smettere di comprare altri libri di Wilkie Collins (thanks, come sempre, Fazi Editore) lo è altrettanto.

Una volta entrati nel suo sottobosco di crimini e misfatti venirne fuori è difficile, è come il laudano per Miss Gwilt.

Commenti

  1. Io ho appena iniziato la lettura del mio primo Collins: "La donna in bianco" e questa tua recensione mi ha riempito ancora più di entusiasmo!!

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    Risposte
    1. Ottimo, buona lettura :D
      La donna in bianco l'ho comprato in ebook tempo fa, subito dopo la folgorazione di Senza nome, ma non l'ho ancora letto perché sono in un periodo di predilezione per le edizioni di carta.
      Pian piano voglio leggerli tutti i romanzi di Collins.
      A presto ;)

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  2. Ok, io amo Collins, lo confesso! Man mano che la Fazi ripubblica io compro e leggo, con religiosa devozione. Al momento ho acquistato La legge e la signora ma non l'ho ancora letto. Il mio preferito, per ora, è la donna in bianco, ma Armadale gli va parecchio vicino. Che dire, se non che concordo con ogni tua singola parola? Wilkie Collins mescola humour, spy story, un po' di "telenovelas" e personaggi indimenticabili (qui, oltre a Lydia, ho amato follemente Midwinter*-*).

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